La grazia dei bambini, un messaggio di gratitudine e di vita
- di Andrea Nitta
- 26 mag 2015
- Tempo di lettura: 8 min

Grazie, Grazie, Grazie.... milioni di persone quotidianamente pronunciano nelle diverse lingue questa parola. Altrettante milioni di persone rispondono con un “prego”; è un atteggiamento che viviamo abitualmente e che è considerato dai più un modello di educazione consueto nei rapporti tra le persone.
Vivendo la gran parte del tempo immersi nella routine della quotidianità tendiamo a dare per scontati certi comportamentali al punto di non considerarli più come usuali. Un esempio lo possiamo vedere quando ci rechiamo a bere il caffè presso un qualsiasi bar, ordinare un caffè per poi apprezzarne l’aroma e il gusto. Mentre siamo presi nel gustare quel momento, potrebbe risultare indicativo contare quante persone che, accostandosi al bancone del bar per l’ordine al barman, dicono grazie.
Posso essere certo che la consuetudine di questa bella abitudine ha impigrito molti a tal punto che ci si renderà conto che solo pochi anzi…pochissimi tra coloro che avranno ordinato un caffè sono in grado di dire grazie al barman. “Provare per credere!
Con questa esperienza si potrebbe evincere che per la legge dei numeri una persona su 20 ringrazia con cuore, 3 su 20 ringraziano per educazione senza comprendere il valore di un ringraziamento, mentre gli altri lo ritengono un optional fuori serie o non necessario dunque non più usuale. Un costatazione questa che ho appreso osservando le persone durante le mie pause caffè e che ha stimolato in me una riflessione riguardo il nostro stato di benessere o malessere in relazione ai nostri rapporti interpersonali. Sono convinto che proprio la mancata percezione del significato del ringraziamento può incrementare o addirittura determinare un deterioramento dello stile della vita di ciascun individuo e della società.
Viviamo in un Tempo in cui il tempo stesso è fugace e, impegnati nel rincorrere i minuti per gestire le nostre realtà, ci dimentichiamo molto spesso di ringraziare e soprattutto perdiamo di vista il giusto valore e spazio per la nostra vita. E’ indubbio che tra conoscenti certe “formalità” sono… non importanti ma la gratitudine è ben altra storia! Con questa affermazione provo a descrivere un’esperienza vissuta, evidenziando sia la differenza tra un atteggiamento di gratitudine e un grazie e sia come può avere un ruolo determinante in questo l’elemento acqua.
Grazie ad una sperimentazione pedagogica consistente in una lezione specifica e svolta con l’approvazione di dirigenti scolastici e la disponibilità di docenti della scuola primaria e secondaria in collaborazione con alcuni genitori, è stato confermato che, con approcci semplici, genuini e privi di pregiudizio, l’elemento acqua ha una forte valenza propedeutica per l’educazione, in grado di far emergere -nei presenti- virtuosismi ed entusiasmi straordinari sotto il profilo proprio della gratitudine. Potrebbe sembrare un luogo comune ma sono partito dal fatto di non dare nulla per scontato.
L’esperienza ha indicato attraverso la conoscenza di base della fisica dell’acqua… come i bambini ed anche gli adulti non sono stati da meno, siano entrati sin da subito in uno stato di risonanza con questo elemento tale da riconoscere in loro e con consapevolezza la grazia della gratitudine. A parte il gioco di parole è proprio di grazia che si tratta dal momento in cui riaffiora il ricordo di una bellezza insita in noi e data proprio dal fatto di porre una specifica attenzione all’acqua che ci costituisce.
Questo ricordo improvviso desta nelle dinamiche di ognuno di noi un’emozione che ci conduce al ricordo di una grazia innata con la quale ritornare ad esprimere un atteggiamento assopito di gratitudine verso le realtà che ci circondano e verso le virtù.
In un caso specifico ho potuto notare come sia stato evidenziato in una frase il concetto della “compassione” e trattandosi di un testo interno ad una relazione scritta da un bambino di 9 anni mi ha sorpreso non poco questo aspetto. La compassione è nota come quella virtù per la quale un individuo percepisce emozionalmente la sofferenza altrui provandone pena e desiderando alleviarla.
Per vivere meglio questa dinamica spontanea dobbiamo tenere presenti le nostre capacità intellettive e fisiche che, opportunatamente considerate, permettono a ciascuno di svolgere le funzioni base per comprendere noi stessi adeguatamente e quindi poter stare bene sempre.
Ricordare nella grazia l’atteggiamento della gratitudine significa attivare uno stato virtuoso e di felicità condivisa innato che favorisce tra le persone il sorriso e l’entusiasmo di fare le cose insieme. Come conseguenza subentra il desiderio di ringraziare ulteriormente tutto e tutti potendo quindi migliorare sia i rapporti interpersonali sia un proprio stile di vita; è cosa nota ai più che ringraziare tre volte al giorno è pregare veramente. Ciò che ho osservato è ben lontano dal semplice e consueto dire “grazie”.
Studi recenti indicano come la gratitudine sia la soluzione a molte problematiche in ambito psicologico, sociologico, fisico ed interiore
Cicerone menzionava della gratitudine con queste parole: «Non è solo… la più grande delle virtù, bensì la madre di tutte le altre»
Ho voluto condurre la sperimentazione di cui vi ho anticipato prima con dei soggetti speciali, i bambini di alcune scuole che, insieme ai loro genitori e docenti a scuola sono stati coinvolti in un percorso laboratoriale semplice ma efficace nei risultati.
E’ stato fatto conoscere loro, secondo step specifici, come l’acqua sia reattiva alle stimolazioni sia sonore sia delle intenzioni e quindi questo ha permesso di far scoprire loro e di sperimentare come un’intenzione armonica o di gratitudine, determini nell’acqua e dunque nella materia organica in deterioramento uno stato di maggiore preservazione.
Da ciò è scaturita un’emozione comune percepita tra un entusiasmo e una commozione naturale, ciò perché i bambini hanno potuto confermare in sé stessi quanto sia sempre risultata giusta la loro visione del mondo e dunque ne è conseguita la volontà da parte degli stessi di condividere questa consapevolezza a casa con i propri genitori e verso i loro insegnanti.
A seguito di una delle sperimentazioni è stata recapitata una testimonianza a mezza lettera scritta da una coppia di genitori che affermano:
“a seguito della lezione svolta sull’elemento dell’acqua, in nostro figlio abbiamo notato una maggiore concentrazione al momento di svolgere i compiti per la scuola, mostra più impegno e riesce con più semplicità ad imparare le note musicali più difficili, risulta essere più motivato e più impegnato nelle attività che svolge, quindi anche un po’ più maturo”
Un altro genitore afferma: è stato sorprendente vedere come tematiche quali l’amore e la pace in relazione all’elemento acqua abbiano stimolato i nostri figli; sentire nei racconti di Alessandra lo stupore per i comportamenti dei cristalli di acqua in relazione alla positività mi ha spinto ad approfondire questo argomento".
Non da meno sono state le riflessioni di alcuni dei dirigenti scolastici coinvolti, tra cui questo estratto di una relazione:
“un’idea paradossalmente molto semplice quella secondo la quale si può creare un mondo migliore se ripartiamo dal rispetto di ciò che siamo per natura: acqua. Scaturisce come conseguenza naturale, la consapevolezza che tutto ciò rende gli uomini uguali e quindi è ingiustificabile e distruttiva ogni idea di guerra, di violenza, di soprusi. Una valenza educativa e formativa altissima, favorendo nei giovani la presa di coscienza di ciò che ci identifica come esseri umani e di quali siano le modalità più efficaci per costruire una cultura della pace.”
In effetti il risultato è stato evidente e consistente in un miglioramento -nel bambino- relazionale con la propria famiglia, con la scuola e un progressivo aumento della capacità artistica, creativa e cognitiva. Dati sicuramente rilevanti ma da dover consolidare con ulteriori esperienze che saranno sviluppate durante l’intero anno. Ma ancor più sorprendente è come l’entusiasmo dei bambini abbia stimolato un istintivo interessamento negli adulti a loro vicini. E’ stato bello vedere come, approcciando ad un atteggiamento consapevole e non scontato alla gratitudine, siano emerse emozioni e affermazioni ancor più disarmanti che mi inducono a pensare ad un possibile cambio di rotta verso un concreto processo culturale fondato realmente sui crismi della pace e della fratellanza.
Da una semplice riflessione siamo così giunti alla consapevolezza che a volte le cose banali o scontate sono tali perché nella routine abbiamo dimenticato di noi stessi, dei nostri reali obiettivi e delle nostre vere capacità, contribuendo peraltro inconsapevolmente ad una regressione culturale e sociale progressiva. Voglio considerare questa riflessione non come una visione astratta o, come molti reputerebbero ignorantemente filosofica… svilendo peraltro il nobile significato e ruolo della filosofia, piuttosto come una realtà concreta data dalla consapevolezza che, ringraziando semplicemente l’acqua, e ripeto ringraziandola semplicemente, essa risuona effettivamente alle intenzioni in modo proporzionale al grado di frequenza emessa e dunque, se la grazia è considerabile uno stato interiore armonico, l’acqua in noi risuonerà in modo altrettanto armonico.
Negli anni 60 furono condotti studi in cui è stato ampiamente comprovato lo stesso principio con le piante che, costituite prevalentemente da acqua, rispondono agli stessi criteri. Dunque possiamo considerare questa nostra riflessione un punto di partenza comune e non di arrivo, dal quale prendere spunto per vagliare scelte e decisioni importanti proprio perché l’opportunità è nel fatto che possiamo stabilire un processo fisico e non astratto o idealistico, sul cosa sia davvero la gratitudine e a quali reali vantaggi ci destina.
Con ciò posso aggiungere che dalla consapevolezza di una propria normalità subentra il desiderio di affermare quanto si è compreso ed è proprio dai bambini che riceviamo questa indicazione come un dono del cielo!
Ritornando a loro ho potuto constatare che gli alunni che sono stati coinvolti nella sperimentazione sono stati proprio quelli che, confermando la propria normalità attraverso un atteggiamento ritrovato nella gratitudine, hanno poi indicato una Via, rispondendo ad una semplice domanda; hanno risposto in coro con diverse affermazioni scritte attraverso delle relazioni ma indicando gli stessi concetti. Ho provato a mettere insieme le loro risposte per creare una frase di senso compiuto. Il criterio è stato semplice ossia: non ho considerato, appunto, banale o scontato il fatto che queste risposte fossero state date dai bambini di età compresa tra i 9 e i 13 anni. Il risultato che ho ottenuto è “un messaggio” -quello dei bambini, che mi ha portato a riflettere notte e dì sull’attuale presente per almeno un mese intero.
Alla domanda rivolta loro: “Sarebbe bello far conoscere ai bambini e ai grandi di tutto il mondo… e alla loro acqua interna, un tuo pensiero: qual è il messaggio che vuoi inviare a loro per rendere il mondo più bello?” è stata data una risposta da ciascun bambino, tra queste sono state prese a campione le risposte di 7 relazioni delle tante redatte in modo simile da bambini di 9 anni e che unite tra loro secondo un senso logico hanno dato la seguente frase:
“Per rendere il mondo più bello occorre: “non inquinare, non sprecare l’acqua, rispettare la natura e rispettarci tra di noi. E’ importante ringraziare con una preghiera Madre Natura per renderla più bella e inviare il messaggio dell’amore e della pace. Costruire più case per dare abitazioni alle persone povere e la guerra dovrebbe essere un malore cancellato” … e inoltre “non insultare gli altri, ma si faccia in modo che l’acqua in noi diventi bella. Dobbiamo essere felici, dobbiamo usare belle parole mai parolacce, bisogna avere il coraggio di ringraziare e avere compassione. E’ importante ringraziare e amare l’acqua e dunque le persone.”
Nella sostanza può sembrare un vademecum o un decalogo. Personalmente da queste relazioni ho ricevuto un messaggio preciso, che tra i tanti di questo Tempo è il più vero perché più vicino alle nostre intime esigenze, dunque un insegnamento che riceviamo ancora una volta e che fatto vivere, ripetere e consolidato in tutti i bambini di oggi, determinerebbe nell’arco di 40 anni un cambiamento propositivo e radicale delle strutture sociali e culturali, tale da favorire un mondo più bello proprio grazie alla loro forte convinzione degli adulti di domani e bambini di oggi in questo messaggio.
Credo che i destinatari di questo messaggio siano i genitori, i docenti e gli adulti in genere che, prendendo atto di questo dono, si rendano riferimento per consolidare nei loro e altrui bambini questo insegnamento offerto spontaneamente a noi. Possono essere consultate comunque le relazioni aggiornate al seguente link.
E’ un grande segnale che indica quali dovranno essere le scelte irrinunciabili per i prossimi mesi ed anni, per la salvaguardia del futuro nostro e del pianeta e che dunque sia vitale -ora più che mai- approfondire questa precisa indicazione secondo un piano esperienziale e cooperativo in relazione all’elemento acqua in virtù di antiche parole pronunciate e ancora attuali: fate che i bambini vengano a me!
Forse nel bar del prossimo caffè, valorizzando al meglio le indicazioni dei nostri bambini, coloro che entreranno per un caffè, 20 di loro su 20 saranno grati al barman.
a cura di Andrea Nitta
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